Macro per Farm

Abbiamo fame di ricerca ??? vogliamo averne tanta ma non abbiamo il tempo ??? ecco la soluzione per la farm: Inanzitutto dobbiamo scaricare un programma che automatizza il lavoro per noi, ce ne sono diversi ma io spiegherò il funzionamento di MINI MOUSE MACRO, per 2 motivi, 1° è semplicissimo, 2° è gratis. per scaricare il programma cliccare quì e aspettare 2/3 secondi, partirà il download del file eseguibile ,mettetelo sul desk o dove vi trovate meglio. ora avete il programma. Prima di tutto controllate di non danneggiare il building della base farm, verificate di non fare danni con una simulazione completa. Lanciate l'eseguibile si aprirà' una finestrella come nel immagine. A questo punto bisogna registrare la macro: 1° posizionare il puntatore sull'attacco 2° premere il tasto F8 (REGISTRAZIONE MACRO) 3° doppio clic per far partire l'attacco e poi confermare il messaggio di avviso che stai attaccando un alleato, un volta partito l'attacco restate fermi fino a combattimento ultimato. 4° cliccare su return to target e posizionare il mouse sul tasto attacca, attendere la riparazione della base. 5° a base riparata premere una volta il tasto attacco e subito dopo il tasto F10 (STOP REGISTRAZIONE MACRO) 6° mettere la spunta su loop in mini mouse macro a questo punto avete registrato la macro e settata per l'utilizzo 7° (opzione) si può decidere quanti cicli far fare alla macro cliccando sulla scritta LOOP con il tastro dx del mouse e nella finestrella inserire i cilci desiderati una volta raggiunto quel numero il programma si ferma. 8° premere play La macro inizierà a lavorare, restare a guardare che tutto proceda regolarmente, una volta partito il secondo attacco fatto dalla macro potrete lasciare il pc acceso a lavorare al posto vostro. se avete problemi con blocchi script potete simulare il tutto, memorizzare la formazione d'attacco e poi usare la macro su un altro browser (internet explorer). quando dico usare un altro browser intendo fare tutta la procedura su un altro browser NON PREPARARE LA MACRO SU CROME E TENTARE DI USARLA SU INTERNET EXPLORER POTREBBE DARE PROBLEMI !!!!!! BUONA FARM A TUTTI. P.s. Nono ho spiegato come salvare la macro per ricaricarla il giorno successivo per il semplice motivo che il giorno successivo le riparazioni della base farm potrebbero variare e quindi il salvataggio sarebbe solo dannoso. DOWNLOAD

Scaricare video e musica da youtube






Come creare fototessere gratis


Crea fototessere gratis
Come risparmiare soldi con questo servizio gratuito
Abbiamo bisogno di una bella fotografia, curata nel dettaglio, possibilmente con uno sfondo a tinta unica, giusto per creare delle fototessere proprio come da un fotografo professionista. Dopo aver scattato e caricato la foto sul PC, possiamo accedere al servizio ed iniziare il nostro lavoro.
Una volta raggiunto il sito, la prima cosa da fare è cliccare sulla voce “Accendi la Cabina Fotografica“, la quale ci consentirà di passare allo step successivo. Arrivati a questo punto, dobbiamo eseguire altri 4 fondamentali passaggi che sono:
  1. Upload: Questa operazione richiede due piccoli step al suo interno, che essenzilamente consistono in: Selezionare la foto sul PC e caricarla sul sito in modo da poterla utilizzare con l’apposito editor.
  2. Crop: Dopo aver caricato la foto, dobbiamo selezionare la tipologia e la dimensione che dovranno assumere le nostre fototessere. Poi bisogna posizionare il rettangolo di selezione nella parte di foto che vogliamo utilizzare. Nella finestra in basso, vi è anche la presenza di una luce la quale ci indicherà se la foto è compatibile o meno. I colori che può assumere sono: Rosso (non compatibile), Verde (compatibile), Arancione (presenza di errori).
  3. Print Choise: Il terzo passo da eseguire è la scelta del numero e del tipo di fototessere da realizzare. La scelta può essere effettuata tra due opzioni che sono: 8 foto 3,5×4,5 cm e 8 piccole foto.
  4. Downolad: Il passo finale consiste nello stampare su un apposita carta per foto (reperibili in qualsiasi edicola)  le fototessere direttamente create da noi.
Tutto molto semplice e veloce. Photomatic è un ottimo ed utile servizio che ci consentirà di risparmiare il tempo prezioso utilizzato per andare da fotografo. Vi consigliamo di provarlo.
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Cronache di fine impero : Autunno caldo


Altri 3 mesi di mobilitazione
La Cgil non rinuncia a spostare il baricentro della manovra
La scorsa settimana, commentando il successo dello sciopero generale e delle manifestazioni e dei presidi di massa, abbiamo detto che dopo la giornata del 6 settembre la mobilitazione sarebbe proseguita, durante e anche dopo la discussione parlamentare sulla manovra. La posta in gioco  ricordavamo  sul versante dei diritti e dell’equità sociale è così importante che ci impone una battaglia di lungo respiro per spostare il baricentro della politica economica di questo Governo ed evitare che una prossima ripresa sia segnata da un modello economico ancora più diseguale di quello che ci lasceremo alle spalle.
Il direttivo nazionale della Cgil di venerdì scorso conferma pienamente questo impianto, a partire dalle due giornate di presidio decise in concomitanza del voto di fiducia alla Camera sulla manovra finanziaria del Governo. La protesta è iniziata martedì 13 settembre con un sit-in in Piazza del Pantheon a Roma ed è proseguita nella giornata di mercoledì 14. Oltre alle delegazioni della Cgil di Roma, in piazza sono arrivati iscritti, delegati e militanti da tutta l’Italia.
Nei prossimi tre mesi, oltre ad un’azione capillare e articolata nei territori, prenderanno corpo
tre importanti appuntamenti: il 15 ottobre con la manifestazione nazionale dei lavoratori pubblici e dei lavoratori della conoscenza (scuola, università e ricerca), promossa dalle categorie della FLC e della FP; tra la fine di ottobre e gli inizi di novembre con la manifestazione nazionale dei pensionati dello Spi Cgil; infine, come punto di arrivo di una mobilitazione forte, continua e visibile della Cgil, una grande manifestazione nazionale e generale sui temi del lavoro. Un segnale netto che non ci si deve rassegnare al peggio e che il cambiamento, come è sempre stato, ce lo dobbiamo costruire con le nostre mani e con la forza che ci deriva dal fatto di stare dalla parte della ragione

Manovra sulle pensioni contro le donne

Tra le tante misure inique inserite nella manovra di Governo spicca quella che
eleva l’età pensionabile per le lavoratrici del comparto privato. Infatti l’aumento
dell’età pensionabile delle lavoratrici, delle autonome e delle parasubordinate
viene anticipato al 2014. La relazione tecnica al provvedimento dice che il
raggiungimento dei 65 anni di età ci sarà nel 2026. Non è vero. Infatti, bisogna
fare i conti con le altre misure prese da questo Governo: è stato anticipato al
2013 l’aumento dell’età pensionabile per tutti in base alla speranza di vita
(aumento di 3 mesi); il secondo aumento scatta nel 2016 ed è pari a 4 mesi (con
aumenti di 4 mesi ogni tre anni fino al 2030, per poi prevedere aumenti di tre
mesi sempre ogni tre anni dal 2030 al 2050).Inoltre ci sono le finestre mobili
previste dalla rovinosa legge 122/2010 (un anno in più per le lavoratrici dipendenti,
18 mesi per le lavoratrici autonome e parasubordinate).
Per quanto riguarda l’aumento dell’età pensionabile delle donne inutile dire che
la misura serve solo a fare cassa. Lo abbiamo già sostenuto e lo ripetiamo.
La parità non comincia dalle pensioni:in Italia la percentuale delle donne occupate
è pari al 46% contro una mediaeuropea del 60 %; i bimbi nei nidi sono
pari al 18%; i salari femminili sono inferiori del 30% a parità di mansioni
con gli uomini; sono 3 milioni e mezzo le donne inattive perché costrette a
svolgere i lavori di cura. Ma di quale parità parliamo?


Certificato di malattia on line
Addio certificato di carta: da martedì,in caso di malattia di lavoratori pubblici
e privati, il certificato viene trasmesso solo on line. Entra in vigore, infatti,
la nuova disciplina sulle certificazioni mediche, che manda in soffitta la
vecchia procedura che imponeva al lavoratore di spedire, entro massimo
due giorni dall’inizio della malattia, una copia cartacea all’Inps e di recapitarne
un’altra al datore di lavoro. Da domani, per tutti, sarà il medico dipendente
del Sistema sanitario nazionale, cioè il medico di base, a trasmettere
direttamente all’Inps, tramite un sistema operativo chiamato Sac (Sistema di
accoglienza centrale), il certificato di malattia, rilasciando una copia cartacea
al lavoratore ammalato. L’Inps, una volta ricevuto il certificato,
lo mette a disposizione sia del lavoratore, che può visionarlo accedendo al
sito dell’Istituto previdenziale con un proprio pin, sia del datore di lavoro,
pubblico o privato.
Dunque, con la nuova procedura, per il lavoratore non è più necessario inviare
il certificato all’Inps nè consegnarlo al datore di lavoro, perché quest’ultimo ha
la possibilità di consultarlo attraverso i servizi telematici dell’Inps. Al datore
di lavoro viene però riconosciuta la facoltà di richiedere al lavoratore in
malattia il numero di protocollo identificativo del certificato inviato on line
dal medico.Non essendoci certezza che l’insieme del sistema sanitario
sia attrezzato per applicare da subito le nuove disposizioni, consigliamo di
accertare l’invio telematico da parte del medico o struttura curante. Qualora
non ci fosse adempimento, è opportuno provvedere al recapito del certificato
all’Inps e all’azienda.

Pionieri , Renato Zero


Io ritorno indietro a ieri…
Ai piaceri ai miei dolori.
Io rinasco volentieri…
Io, non resto qua, non voglio la carità!
Una capanna lungo il fiume.
…Cacciatore, se avrò fame…
Dalla terra generosa,
se saprò aspettare nascerà una rosa…
E’ vero…
Su quel veliero in mezzo al mare naufragavo… E’ vero!
Per un morso di serpente, sarei morto…E’ vero…
Che soffrivo, per il caldo e il gelo…
E’ vero…
Che ogni volta che fallivo, mi si apriva il cuore…
Che barattavo le mie pelli per un po’ d’amore…
L'Amore… Una montagna da violare, l’amore.
Tu lo sai
Perché mai, ho tradito il mio coraggio…
Perché poi mi rassegno così?
L’automobile va…
Costa sangue ormai il petrolio.
E la fabbrica chissà se riaprirà?
Lascerò il posto mio,
a chi dorme e non si sveglia…
A chi cieco s' accetta com’è.
Lasciami provare…
Se mi posso riscattare!
Lascia che tramonti il sole…
Lascia pure la vendetta, a chi, vendetta vuole!
Agli ingordi, una vetrina… ,
A chi geme una latrina,
Al condannato un altro giorno…
E chi avrà pagato… fuori dall’inferno!
Vieni via
Pure tu…
Prima che sia troppo tardi…
Altrimenti, ti perdi chissà…
Lascia che tocchino il fondo!
Che si litighino il mondo…
Casomai rintracceremo Noè!!!
Porta, il cane tuo fedele…
Un po’ di riso, due candele…
Porta il sogno più ardito che hai!
Quando il cielo scoppierà…Noi saremo già lontani!!! 














Carmela e George resistono a tutte le bufere , Lato B

Portofino (Genova), Carmela Gualtieri 31 anni ,George Leonard 29, anni in barca con il piccolo Dan 6 figlio di George .
Da quando siamo assieme , stando al gossip ci siamo cornificati e riappacificati mille volte , ormai sono abituata alle calunnie , minimizza l'ex inquilina del Grande Fratello 10 dopo che la pupa Elena Morali ha dichiarato di aver avuto un flirt col "Principe" "ricordo che la diffamazione e un reato", tuona il diretto interessato a Portofino con la fidanzata e il figlio Dan al quale dichiarano che vogliono dargli un Fratellino . La coppia iniziera a girare tra qualche giono in Campania nel nuovo film di Antonucci , George svela il suo ruolo sarò lo sposo " il terzo protagonista o meglio il cornuto della situazione ", mentre lei Carmela  avrà un ruolo minore, ci saranno anche mostri sacri del cinema come Eleonora Giorgi e Marisa Laurito.
Tra le tante parole danno anche comunicato che si sposeranno in autunno .



Renato Zero , brani sconosciuti inediti ,provini ,incisioni di prova , tutto l'introvabile

Di Renato Zero si sa praticamente tutto quindi non vogliamo angustiarvi con tante parole , può o non può questo post e dedicato a chi piace Renato Zero e propone provini , versioni prova di celebri canzoni presenti sulla rete a tutti i buongustai una occasione per sentire quello che non si era ascoltato



Nel 1967, ai tempi del “Piper”: Renato aveva 17 anni.

Renato Zero- Brano Sconosciuto (In Inglese) 3minuti



Renato Zero- Brano Sconosciuto (In Inglese)  47 secondi


Renato Zero- Vivo (Vers. Prova)

Renato Zero- Chi Più Chi Meno (Vers. Prova)

 Renato Zero- Chi Più Chi Meno (In Inglese)

Renato Zero- L'Ambulanza (In Inglese)


Renato Zero- Zerofobia Mix


Renato Zero- Manichini (In Inglese)











 





Cronache da fine impero : Lettera di operaio collocato in mobilità


Quando succede alla mia età può essere devastante…può cambiarti la vita…una cosa che non auguro a nessuno.

Ti può buttare in un attimo su di una strada o, letteralmente, sotto un ponte.
Ormai sono alcuni anni che mangio pane e precariato…e sono pure invalido civile…avrei diritto.
Però ormai si sa che coi diritti si fa poco, in questi nostri tempi, quasi niente. Il mercato del lavoro è cambiato e guarda, guarda, anche per gli invalidi si è inserita la possibilità del tempo determinato, del contratto a termine…giusto …evviva l’eguaglianza.
Certamente uno si aspetta che a 54 anni sia tutta discesa, che le carte siano già giocate…e senza dubbio qualche cosa l’ho sbagliata anch’io se sono qui senza neanche un asso.
Però io non chiedevo molto, dopo che da artigiano mi son trovato senza più nulla sette anni fa, solo di lavorare e di mantenere la mia famiglia.
Adattati direte voi, l’ho anche fatto sinché ho potuto.
Per capirci la vita non mela sono persa al gioco o in macchine di lusso io lavoravo 14 ore al giorno. Mi è andata male si dice, ma a quel punto io chiedevo solo di lavorare…dignitosamente.
Nelle cooperative, quelle farlocche, quelle che si sono inventati i grandi corrieri per fare il lavoro sporco non c’è dignità…solo insulti e pochi soldi, ma a me andava bene lavoravo.
Adesso, però, non posso più, sono limitato nella capacità di reggere alla fatica… io che spaccavo le montagne.
Possibile che per me non ci sia più niente?
Mi sento scivolare…lentamente, giorno per giorno, sempre più marginale, sempre più fuori del giro.
Senza ammortizzatori perché ho lavorato in cooperativa o a termine…solo, forse la disoccupazione a termini ridotti. Un’elemosina e, sottolineo, forse… ancora non loso…ma son tre mesi che non entra neanche un euro, prima dell’ultimo tempo determinato(otto mesi) erano due anni.
Mia moglie…si sta spaccando dalla fatica e non ci crede più “ Hai 54 anni” dice “ ora che usciamo da questa crisi ne avrai 55/56…chi ti prende più ” io no so cosa risponderle.
Mi vien da dire che non capisco che senso abbia proporsi di allungare la vita lavorativa sino a 300 anni se poi a 50 sei già come morto.
La cosa più brutta e che non sai , esattamente, cosa possa succederti ed hai paura…non mi piace aver paura.










Questa sì che è una bella differenza d’altezza!

A confronto di questi due la differenza d’altezza che c’era tra Hayden Panettiere e il suo ex Wladimir non era niente.
Anche Kim Kardashian e Kris Humphries e i loro 49 centimetri di dislivello non possono reggere contro la coppia che vedete qui sopra.
Lui è Shaquille O’Neal, ex campione NBA, e lei è la sua nuova fidanzata Nicole Alexander, conosciuta (a qualche cena di Los Angeles) per aver partecipato ad un reality show su Mtv.
Shaq è alto 2 metri e 16 centimetri mentre lei dichiara un’altezza di 158 centimetri, probabilmente falsata per eccesso. Comunque anche se le crediamo stiamo parlando di una differenza colossale, pari a ben 58 centimetri!
La passione sembra forte, chissà come si arrangiano in camera da letto
Fonte(gossipers)










John Barrowman promette più sesso alternativo nella quarta stagione di "Torchwood

"Torchwood" è una serie televisiva britannica nata nel 2006 e prodotta dalla BBC. La trama ruota attorno alle vicende della sezione di Cardiff dell'Istituto Torchwood, il cui compito è quello di investigare sugli avvenimenti riguardanti gli extraterrestri ed utilizzare per i propri scopi le tecnologie aliene che recupera dalle varie missioni. Uno dei suoi personaggi principali, il capitano Jack Harkness, è bisex.
All'interno della quarta serie, però, pare che verrà dato sempre più spazio alle sue avventure con altri uomini. Ad anticiparlo è John Barrowman, l'attore che lo interpreta, che ha anche detto di aver girato anche alcune scene abbastanza spinte.
«Sono completamente nudo in un episodio -ha dichiarato a Press Association- Abbiamo girato molte scene in cui faccio sesso spinto con alcuni uomini. I fedelissimi di Jack sanno che gli piacciono in egual misura gli uomini e le donne ma gli spettatori che si avvicineranno per la prima volta a "Torchwood" penseranno che Jack sia gay perché è circondato da uomini che vogliono fare sesso con lui. È stato tutto davvero divertente. Un giorno arrivo a sparare ad un elicottero e a salvare il mondo ed un paio di giorni dopo mi ritroverete a fare sesso con un 24enne. È o non è il lavoro più completo al mondo?».
Fonte:Gayburg

OMOFOBIA/TRANSFOBIA. La truffa delle pregiudiziali di costituzionalità.


INDIGNATEVI. ECCO COME VOGLIONO UCCIDERE LA LEGGE.
In Aula, per evitare che si possa arrivare alla votazione del testo di legge, verranno subito sollevate delle Pregiudiziali di Costituzionalità. Se la maggioranza le approverà, la Legge non potrà neanche essere discussa.  Tutti sanno che sono pregiudiziali assolutamente pretestuose. La definizione “orientamento sessuale”  contestata come incostituzionale non lo è per certo, essendo già presente nella legislazione italiana (nella legge contro le discriminazioni sul lavoro).  Sollevare questa pregiudiziale è quindi una palese inganno.
Questi sono i testi delle pregiudiziali presentate:
Seduta n. 476 di lunedì 23 maggio 2011
PROPOSTA DI LEGGE: SORO ED ALTRI: NORME PER LA TUTELA DELLE VITTIME DI REATI PER MOTIVI DI OMOFOBIA E TRANSFOBIA (A.C. 2802-A)
A.C. 2802-A - Questioni pregiudiziali
QUESTIONI PREGIUDIZIALI DI COSTITUZIONALITÀ
La Camera,
premesso che:
la proposta di legge n. 2802 recante «Norme per la tutela delle vittime di reati per motivi di omofobia e transfobia» presenta profili di violazione della Carta costituzionale ed in particolare:
1) violazione dell’articolo 3 della Costituzione. L’inserimento tra le circostanze aggravanti comuni previste dall’articolo 61 del codice penale della circostanza di aver commesso il fatto per motivi di «omofobia e transfobia, intesi come odio e discriminazione in ragione dell’orientamento sessuale di una persona verso persone del suo stesso sesso, persone del sesso opposto, persone di entrambi i sessi» viola il principio di uguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione con riferimento al canone della ragionevolezza. Ciò in quanto:
si tratta di una situazione che già trova nel citato articolo 61 del codice penale idonea collocazione. Il primo comma di tale stesso articolo, al numero 1, consente di contestare l’aggravante per «avere agito per motivi abbietti o futili»; pertanto quando siano commessi reati a danno di persone per scelte legate alla propria sfera personale e, nello specifico, alla vita sessuale, le vittime sono tutelate dal numero 1 del primo comma dell’articolo 61 del codice penale ed è irragionevole introdurre ulteriori fattispecie;
si potrebbe poi delineare anche una violazione del principio di uguaglianza in quanto l’aver agito per motivi di «omofobia e transfobia» prefigurerebbe una situazione normativamente differenziata rispetto ad altre situazioni analogamente meritevoli di tutela, in cui si commettono delitti contro la persona in ragione dello stato in cui versa (ad esempio, un barbone o un anziano, in quanto tali);
2) violazione dell’articolo 25 della Costituzione. La norma si pone in contrasto con l’articolo 25 della Costituzione in quanto viola il principio di tassatività della fattispecie penale. A tal fine si evidenzia come gli elementi costitutivi della fattispecie che si vuole introdurre, ovvero l’aver agito per motivi di «omofobia e transfobia, intesi come odio e discriminazione in ragione dell’orientamento sessuale di una persona verso persone del suo stesso sesso, persone del sesso opposto, persone di entrambi i sessi» siano estremamente generici e possano ricomprendere situazioni ampie e indeterminate;
per comprendere appieno questa censura di incostituzionalità si osserva come ad oggi, con riferimento alle particolari condizioni delle persone offese, sono previste nell’ordinamento aggravanti per fatti commessi contro pubblici ufficiali, persone incaricate di pubblico servizio, persone rivestite della qualità di ministro del culto cattolico o di un culto ammesso nello Stato, ovvero agenti diplomatici o consolari di uno Stato estero nell’atto o a causa dell’adempimento delle funzioni o del servizio. Orbene, è di tutta evidenza che, a differenza della disposizione in esame, nei casi citati si tratta sempre di posizioni oggettive: la particolare qualità della persona offesa giustifica ictu oculi un aggravio di tutela, in relazione alla particolarità delle funzioni svolte. Anche nelle ipotesi, pur presenti nell’ordinamento e derivanti dall’adempimento di obblighi internazionali, di aggravanti che si applicano quando il fatto è commesso per finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso, si fa sempre riferimento a circostanze oggettive circa le condizioni della persona offesa. Tutto ciò manca nella disposizione all’esame, che presenta una formulazione fondata su situazioni e scelte soggettive attinenti alla sfera individuale potenzialmente mutevoli nel tempo e non sempre di agevole verifica,
delibera
di non procedere all’esame dell’A.C. n. 2802-A.
n. 1. Buttiglione, Capitanio Santolini, Binetti.

La Camera,
premesso che:
l’Atto Camera n. 2802, a prima firma dell’on. Soro, recante «Norme per la tutela delle vittime dei reati per motivi di omofobia e transfobia», all’articolo 1 introduce nell’articolo 61 del codice penale una nuova aggravante (numero 11-quater), che ricorre quando l’autore del delitto ha commesso il fatto per motivi di omofobia e transfobia, che vengono così qualificati: motivi di odio e discriminazione in ragione dell’orientamento sessuale della vittima del reato verso persone dello stesso sesso, verso persone del sesso opposto o verso persone di entrambi i sessi;
con la specificazione relativa al concetto di orientamento sessuale, i proponenti intendono in particolare superare le obiezioni che erano state mosse in sede di esame delle proposte sull’orientamento sessuale, relative al mancato rispetto del principio costituzionale di determinatezza della fattispecie penale. A tal proposito si rammenta, infatti, che nell’ottobre 2009 la Commissione Giustizia approvò un testo unificato delle proposte di legge A.C. n. 1658 e A.C. n. 1882, volto ad introdurre nel codice penale una nuova circostanza aggravante da applicare ove alcuni determinati reati contro la persona fossero stati commessi in ragione dell’orientamento sessuale della vittima del reato stesso; il testo licenziato dalla Commissione Giustizia venne però respinto dall’Assemblea nella seduta del 13 ottobre 2009, a seguito dell’approvazione di una questione pregiudiziale presentata dal gruppo dell’UDC (Vietti ed altri n. 1) per motivi di costituzionalità. In particolare, si evidenziava, da un lato, la violazione dell’articolo 3 della Costituzione, che sancisce il principio di uguaglianza, posto che chi subisce violenza, presumibilmente per ragioni di orientamento sessuale, riceverebbe una protezione privilegiata rispetto a chi subisce violenza tout court; dall’altro, l’indeterminatezza dell’espressione «orientamento sessuale» per violazione del principio di tassatività delle fattispecie penali di cui all’articolo 25 della Costituzione;
il punto di partenza nell’esame del testo all’attenzione dell’Aula non può che essere costituito, ovviamente, dall’inaccettabilità di qualsiasi condotta offensiva motivata dai modi in cui la vittima viva la sua sessualità; ciò premesso, è necessario valutare se l’introduzione dell’ipotizzata aggravante riferita a condotte già di per sé costituenti reato, rappresenti una modalità coerente dell’intervento penale, o crei invece differenze di trattamento non ragionevolmente motivabili, e pertanto in contrasto con gli articoli 3 e 13 della Costituzione, nonché incongruenze idonee a compromettere, anche dal punto di vista preventivo, l’impianto sistematico del diritto penale;
in merito all’aggravante in esame, si riscontra una palese disparità dell’intervento penale, che attraverso di essa si introdurrebbe, con riguardo ad altre possibili motivazioni caratterizzanti i reati di cui si discute: motivazioni che possono avere medesima o anche superiore gravità sostanziale, senza che ad esse si ricolleghi l’applicazione di alcuna aggravante specifica. Si pensi solo ai reati commessi in ragioni delle condizioni di handicap o di malattia della parte offesa, o della sua età anziana, o di un contesto di prevaricazione e assoggettamento: situazioni in cui sussiste, tra l’altro, una debolezza intrinseca (una particolare vulnerabilità) della vittima. Ma si pensi anche a reati commessi in ragione delle opinioni politiche della vittima, o dell’avere la medesima collaborato con la giustizia, o della professione che svolge, e così via. Non si comprende tra l’altro perché dovrebbe risultare meno grave un atto offensivo eventualmente motivato dallo stile di vita eterosessuale del soggetto passivo;
emerge dunque una palese violazione del principio di uguaglianza di cui all’articolo 3 della Costituzione, anche alla luce della giurisprudenza delle Corti europee, relativa ai principi di non discriminazione e di ragionevolezza-non contraddittorietà, espressi nelle convenzioni e nelle direttive (tra cui la direttiva 2000/78/CE);
d’altra parte, lo stesso articolo 61 del codice penale poi, che la proposta di legge in esame intende novellare, offre già lo strumento per una maggiore punibilità in presenza di motivazioni del reato commesso che assumono un disvalore particolare: si tratta dell’aggravante generale per «motivi abbietti o futili» di cui all’articolo 61, numero 1), del codice penale. Tale aggravante è infatti riferibile anche ai casi cui si vorrebbe applicare la nuova aggravante proposta, la cui presenza creerebbe, conseguentemente, una sovrapposizione che non ha ragion d’essere. Tale circostanza, infatti, comprende agevolmente le situazioni in cui la condotta è realizzata allo scopo di offendere, a causa dell’orientamento sessuale, la dignità di ogni persona, come insegna anche una consolidata giurisprudenza in merito. Né si può trascurare che potrebbero altresì risultare applicabili, sussistendone i presupposti, le stesse aggravanti di cui all’articolo 61, numeri 4) e 5), del codice penale;
deve inoltre considerarsi che l’aggravante ipotizzata all’interno dell’A.C. n. 2802 si presta assai facilmente a ricostruzioni presuntive, avendo per oggetto moventi interiori il cui accertamento obiettivo appare oltremodo difficoltoso. In pratica, con la loro introduzione si finirebbe per presumere l’aver agito «per motivi di omofobia e transfobia» ogni volta che la condotta illecita abbia interessato, comunque, soggetti di cui siano note l’omosessualità o la transessualità, introducendo una vera e propria inversione dell’onere probatorio;
con l’aggravante proposta, la risposta sanzionatoria verrebbe dunque allargata nei confronti di medesimi reati, sulla base dei moventi più intimi. Estendere l’ambito della punibilità ad elementi di natura interiore quali sono le finalità perseguite espone ad una eccessiva discrezionalità: il giudice potrà «presumere» i motivi dell’agire - con inversione dell’onere della prova - rispetto a tutte le condotte illecite che interessino soggetti di cui siano noti specifici stili di vita in materia sessuale. Dunque, la previsione di aggravanti di questo tipo è rischiosa per la libertà dei cittadini, poiché impone uno scandaglio approfondito dei moventi intimi, talora inconsci, che stanno alla base delle azioni umane. Molti delitti sono espressione di «odio» contro la persona - si pensi tra tutti all’omicidio, che spesso trova la sua origine in tale movente - ma tale movente non è previsto in alcun ordinamento come elemento «aggravante» del fatto. L’estensione delle norme della «legge Mancino» alle discriminazioni per motivi di orientamento sessuale segnerebbe la tracimazione dal «diritto penale del fatto» ad un inaccettabile «diritto penale dell’atteggiamento interiore»: da una sanzione che segue un comportamento concreto a una sanzione con aggravante che segue un dato intimistico;
ancora, per risultare applicabile, l’aggravante proposta esige l’effettiva sussistenza dell’omosessualità o della transessualità della persona offesa. Il che viene inevitabilmente a far sì che la condizione sessuale di un dato individuo divenga oggetto, in modo diretto o indiretto, di accertamento giudiziario: conseguenza estremamente pericolosa per un ordinamento laico e liberale. D’altra parte, non si potrebbe di certo ritenersi sufficiente ai fini penali il fumus sociale dell’esistenza di una condizione di omosessualità o transessualità, oppure la semplice ammissione o non ammissione del suo sussistere operata dalla vittima;
l’aggravante proposta violerebbe infine, per la sua genericità ed indeterminatezza, il principio di legalità e di tassatività del precetto penale, di cui all’articolo 25, secondo comma, della Costituzione: nonostante la versione della norma proposta dall’A.C. n. 2802 abbia tentato di superare il medesimo rilievo, mosso al testo precedente dalla pregiudiziale approvata lo scorso ottobre 2009 (specificando, come detto, il concetto di orientamento sessuale), l’oggetto evocato dalla norma resta privo di una precisione descrittiva tale da delimitare con chiarezza l’ambito dell’intervento punitivo; ha contorni imprecisi, tali da far applicare la norma in situazioni tra loro molto diverse;
sono differenti dunque le questioni che impediscono al testo in esame di essere conforme ai principi costituzionali,
delibera
di non procedere all’esame dell’A.C. n. 2802-A.
n. 2. Bertolini, Saltamartini, Stracquadanio, Pagano.

La Camera,
premesso che:
il testo della proposta di legge, recante l’introduzione di norme per la tutela delle vittime di reati per motivi di omofobia e transfobia, presenta profili di violazione della Costituzione;
la disposizione dell’articolo 1 viola il principio di uguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione sotto il profilo della ragionevolezza della discriminazione introdotta dalla nuova circostanza aggravante, consistente nell’avere, nei delitti non colposi contro la vita e l’incolumità individuale, contro la personalità individuale, contro la libertà personale e contro la libertà morale, commesso il fatto per motivi di omofobia e transfobia, intesi come odio e discriminazione in ragione dell’orientamento sessuale di una persona verso persone del suo stesso sesso, persone del sesso opposto, persone di entrambi i sessi;
appare evidente che la circostanza aggravante così configurata, offre una protezione privilegiata alla persona offesa in ragione del proprio orientamento sessuale ed in particolare discrimina fra chi subisce forme di violenza, perché vi è una tutela rafforzata del motivo sottostante l’azione (l’odio che si viene a definire come omofobia o transfobia), rispetto invece a chi subisce altre forme di violenza. In tal modo si introdurrebbe quindi un trattamento diverso nel sanzionare delitti non colposi senza alcuna ragionevole giustificazione, né nella logica del maggior danno, né del maggior pericolo per il bene giuridico tutelato dalla norma penale, secondo la giurisprudenza costante della Corte costituzionale (da ultimo la sentenza n. 249 del 2010);
la norma che configura la citata aggravante presenta caratteri di indeterminatezza tali da porsi in contrasto con l’articolo 25 della Costituzione: nella delicata indagine circa la ricorrenza dei motivi di omofobia o transfobia che determinerebbero l’aggravamento della pena si fa riferimento a «motivazioni di odio e discriminazione in ragione dell’orientamento sessuale»: in assenza di una nozione di orientamento sessuale, la circostanza aggravante, nella parte in cui dà rilevanza all’orientamento sessuale, viola il principio di tassatività della fattispecie penale. L’indeterminatezza concettuale dell’espressione di orientamento sessuale, per la genericità del disposto normativo, non consente di individuare le fattispecie meritorie di una particolare tutela e contrasta con elementari principi costituzionali che impongono la prevedibilità delle conseguenze delle proprie condotte, in particolar modo di quelle penalmente rilevanti (si veda per tutte la sentenza n. 370 del 1996);
l’eventuale tentativo di definire, in maggior dettaglio, le motivazioni in presenza delle quali ricorrerebbe l’aggravante in oggetto sortisce l’effetto opposto, ossia quello di accrescere a tal punto l’ampiezza della fattispecie da rendere estremamente discrezionale l’apprezzamento del giudice sulle intenzioni dell’autore del reato e sugli orientamenti personali della persona offesa;
sul punto occorre ricordare che le aggravanti previste dal nostro sistema penale che fanno in qualche modo riferimento ad una posizione soggettiva della persona offesa si fondano su caratteristiche oggettive che rimandano o all’età della persona offesa, o alla condizione di disabilità, o alla qualità di pubblico ufficiale o di persona incaricata di pubblico servizio o di persona rivestita della qualità di ministro del culto cattolico o di un culto ammesso nello Stato, ovvero di agente diplomatico o consolare di uno Stato estero, nell’atto o a causa dell’adempimento delle funzioni o del servizio. La disposizione in esame, poiché non si basa sul presupposto di condizioni oggettive, difetta dei caratteri di tassatività e di determinatezza imposti dall’articolo 25 della Costituzione, così configurando una condizione di minorità della persona offesa, non fondata su presupposti costituzionalmente rilevanti ed anzi in contrasto con il principio di pari dignità sociale di tutti i cittadini, affermato all’articolo 3 della Costituzione,
delibera
di non procedere all’esame dell’A.C. n. 2802-A.
n. 3. Lussana, Nicola Molteni, Isidori, Paolini, Follegot, Vanalli, Luciano Dussin, Pastore, Volpi, Bragantini, Polledri.

A.C. 2802-A - Questione sospensiva
QUESTIONE SOSPENSIVA
La Camera,
premesso che:
la proposta di legge n. 2802, recante norme per la tutela delle vittime di reati per motivi di omofobia e transfobia, giunge all’esame dell’Aula con il parere contrario della Commissione Giustizia;
tale parere è il risultato di un esame in Commissione particolarmente articolato e complesso. Il 18 maggio, infatti, la Commissione Giustizia ha bocciato il testo unificato sull’omofobia elaborato dalla relatrice, on. Concia, con il quale si intendeva modificare il codice penale, introducendovi delle circostanze aggravanti per determinati reati qualora questi fossero stati commessi in ragione della omosessualità o transessualità della persona offesa. Alla luce di tale bocciatura è stata, dunque, richiesta la revoca dell’abbinamento della proposta di legge C. 2807 Di Pietro, per consentire di proseguire l’esame della sola proposta di legge C. 2802 Soro. Il 19 maggio le proposte emendative presentate dalla relatrice al testo sono state però bocciate dalla Commissione. La relatrice ha dunque rinunciato al suo incarico, sostituita da un nuovo relatore con mandato a riferire negativamente sul provvedimento in Aula;
il complesso iter del provvedimento è la conseguenza evidente di diversi aspetti, anche di carattere costituzionale, particolarmente delicati che non sono stati ancora risolti. In primo luogo esiste il rischio che così come proposta l’aggravante ai reati di violenza, determinata in base all’orientamento sessuale delle vittime, possa introdurre un pericoloso e paradossale elemento pregiudiziale nei confronti di chi omosessuale non è. Non solo, il nostro ordinamento punisce senza distinzioni ogni aggressione alla integrità della persona e alla sua sfera morale; con l’inserimento dell’aggravante in questione la risposta sanzionatoria potrebbe, invece, essere allargata sulla base dei moventi più intimi: il giudice potrebbe dunque essere chiamato a presumere i motivi dell’agire - con inversione dell’onere della prova - rispetto a tutte le condotte illecite che interessino soggetti di cui siano noti specifici stili di vita in materia sessuale. Il diritto penale del fatto rischierebbe in questo modo di sconfinare in un non definito diritto penale dell’atteggiamento interiore, determinando una seria disarmonia dell’ordinamento;
va inoltre ricordato che la Camera dei deputati, nella seduta del 13 ottobre del 2009, era stata chiamata a votare una questione pregiudiziale di costituzionalità su una proposta di legge di medesimo profilo e contenuto rispetto a quella attualmente all’attenzione dell’Assemblea. In quel caso la Camera votò a favore della questione pregiudiziale presentata, riconoscendo i diversi profili di dubbia costituzionalità del testo proposto;
nonostante tale pronuncia, con minime modifiche, in Commissione Giustizia è stata nuovamente incardinata e calendarizzata la discussione su progetti di legge sul medesimo argomento;
considerata la particolare delicatezza della materia trattata,
delibera
che la discussione dell’A.C. n. 2802-A sia sospesa fino alla definizione di una proposta normativa complessiva e coerente con il dettato costituzionale, evitando la distinzione tra tutti gli eventuali possibili fenomeni discriminanti al fine di non limitare l’intervento normativo esclusivamente ad alcuni di questi fenomeni.
n. 1. Bertolini, Saltamartini, Stracquadanio, Pagano.

Fonte(Paola Concia)











L'origine della vita :Gustave Courbet

Gustave Courbet, L'ORIGINE DEL MONDO, 1866
Olio su tela di cm 46 x 55
Opera conservata al Museo d'Orsay di Parigi


L'Origine del mondo (titolo originale: L'origine du Monde) di Gustave Courbet, una clamorosa descrizione in primo piano dell'organo sessuale femminile dipinto nell'800 senza veli o pudori, sconvolgente ancora oggi per il realismo con cui e' trattato un soggetto gia' di per se' motivo di scandalosi giudizi.

Il primo proprietario del quadro di Courbet L'Origine del mondo, con ogni probabilita' il committente stesso della tela, fu il diplomatico turco-egiziano Khalil-Bey (1831-1879). Personalita' eccentrica della Parigi bene degli anni sessanta del XIX secolo, mette insieme, prima di essere rovinato dai debiti di gioco, un'effimera ma sorprendente collezione, dedicata alla celebrazione del corpo femminile. In seguito, si hanno poche notizie certe sulla sorte e sui proprietari del quadro. Il dipinto durante la seconda guerra mondiale scomparve per ricomparire nella villa di campagna del celebre psicanalista Andre' Lacan. Soltanto nel 1995 la tela e' stata acquisita dal Museo d'Orsay di Parigi e la sua esposizione desta quotidianamente tra i visitatori grande scalpore.

Fino al suo ingresso nelle collezioni del Museo d'Orsay di Parigi nel 1995, L'Origine del mondo rappresenta il paradosso di un'opera famosa ma poco vista.

La storia del quadro e' interessante, ma va precisata la giusta prospettiva di lettura: per l'artista il soggetto era, in sostanza, da un lato semplicemente naturale, realistico, e dall'altro, allo stesso tempo per la sua pregnanza originaria, metaforico (in tal senso il titolo e' un elemento costitutivo).
E dunque anche a proposito di questo piccolo dipinto, nascosto per tanto tempo, si puo' parlare di una allegoria reale, come nel caso dell'immensa tela L'atelier du peintre, rifiutata dal Salon ufficiale e esposta nel 1855, con grande clamore polemico, nel Padiglione del Realismo allestito dallo stesso Courbet, che segna l'inizio della nuova arte indipendente. Si puo' dire che intorno a queste due opere (una di interesse attuale, anche se non per motivi artistici, e l'altra un caposaldo della pittura dell'800) si e' scatenata l'attenzione del pubblico.

Courbet non ha mai smesso di rivisitare il nudo femminile, talvolta con una vena piuttosto libertina. Tuttavia, in questo quadro, l'artista si abbandona ad un'audacia e a un realismo che conferiscono all'opera un grande potere seduttivo. La descrizione quasi anatomica di un organo genitale femminile non e' attenuata da alcun artificio storico o letterario. Grazie al grande virtuosismo di Courbet, alla raffinatezza della gamma delle tonalita' ambrate, L'Origine del mondo sfugge allo statuto d'immagine pornografica.

La schiettezza e l'audacia di questo nuovo linguaggio non escludono un legame con la tradizione: difatti, la pennellata ampia e sensuale e il ricorso al colore ricordano la pittura veneziana. Del resto, lo stesso Courbet faceva appello a Tiziano e al Veronese, al Correggio e alla tradizione di una pittura carnale e lirica.

Questo quadro, finalmente esposto senza veli posti a coprire le parti intime, torna ad occupare il posto che gli spetta nella storia della pittura moderna. Tuttavia, esso continua a porre, in modo inquietante, il problema dello sguardo.


[Fonte: Museo d'Orsay - Parigi]










 

Si è spento l'ultimo gay sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti





Si è spento lo scorso 3 agosto in Francia, all'età di 98 anni, Rudolf Brazda, l'ultimo gay ancora in vita sopravvissuto alla deportazione nei campi di concentramento nazisti.
Nato in Germania nel 1913, Brazda venne più volte perseguito per il suo orientamento sessuale, dapprima venendo condannato alla prigionia, poi espulso in Cecoslovacchia ed infine inviato nel campo di concentramento di Buchenwald. Lì visse per tre anni, costretto ad indossare l'ormai tristemente noto triangolo rosa, il simbolo con cui i nazisti contrassegnavano gli omosessuali.
Si spegne, così l'ultimo testimone oculare di una delle pagine più buie della storia moderna. Si stima che in quel periodo siano state circa 10 mila le persone rinchiuse nei campi di sterminio a causa del proprio orientamento sessuale.
I funerali si terranno la prossima settimana e, seguendo il suo volere, il corpo sarà cremato e le ceneri verranno poste accanto a quelle di del suo compagno Edward Mayer, anch'esso deportato a Buchenwald insieme a lui e morto nel 2003.
Fonte: Gayburg












Mentre in Italia viene affossata la legge sull' Omofobia in Ghana si arrestano tutti i gay

Ghana: governatore ordina l'arresto di tutti i gay

Ghana: governatore ordina l'arresto di tutti i gay
Paul Evans Aidoo, governatore della Regione del Ghana Occidentale, ha dato mandato di procedere all'arresto di tutti i presunti gay presenti sul territorio posto sotto la sua autorità.
La Bureau of National Investigations, l'agenzia che si occupa del coordinamento delle forze dell'ordine. è stata anche autorizzata all'utilizzo di ogni mezzo possibile per procedere all'arresto di chi dovesse opporre resistenza. Nel frattempo i cittadini sono stati invitati a denunciare alle autorità ogni caso di sospetta omosessualità.
La motivazione dell'insensata decisione ha sfondo religioso e fa seguito ad una campagna d'odio condotta negli scorsi mesi dal Christian Council of Ghana. La comunità cristiana ha invitato tutti i fedeli a non votare per i politici che sostengono i diritti dei gay ed il loro leader, poco dopo l'entrata in vigore del provvedimento, ha spiegato la propria posizione dichiarando: «L'omosessualità è un abominio agli occhi di Dio e inoltre contribuisce ad aumentare il tasso di malattie sessuali. Non possiamo permetterci un prezzo così alto e distruggere il nostro futuro in nome dei diritti umani». (Fonte Gayburg)


E quasi in contemporanea in Italia si bocciava la legge contro l'omofobia

Come già avvenuto nel 2009, la Camera ha fermato l'iter della legge contro l'omofobia. Con 293 sì, 250 no e 21 astenuti sono state accolte le pregiudiziali di costituzionalità sul ddl presentate da Udc, Pdl e Lega.
«Oggi la maggior parte del Parlamento -ha dichiarato l'Onorevole Paola Concia subito dopo il voto- ha scelto di stare dalla parte dei violenti e non delle vittime delle violenze e delle discriminazioni».
Dal canto suo Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl della Camera, ha affermato: «Noi non abbiamo nessun atteggiamento omofobo e la nostra posizione di fondo è quella di considerare i gay come dei cittadini uguali agli altri e proprio per questo contestiamo ogni trattamento giuridico specifico e differenziato che come tale ammetterebbe e accentuerebbe una diversità, sostanzialmente incostituzionale». Un discorso che a livello teorico potrebbe risultare anche comprensibile, ma che poco sposa la realtà dei fatti: un eterosessuale non rischia di essere aggredito lungo la strada per il solo fatto di esistere e, se di uguaglianza di diritti si vuol parlare, qualcosa andrebbe fatto per permettere ad ogni cittadino di godere dello stesso livello di sicurezza indipendentemente da credo religioso, etnia ed orientamento sessuale.
Ma d'altra parte è difficile sperare che l'attuale maggioranza di governo possa avere la sensibilità necessaria per comprendere l'entità del problema, soprattutto se si considera che Amnesty International attribuisce proprio a loro parte della responsabilità della situazione odierna. Fra l'altro non ci si può dimenticare che fra gli aventi diritto al voto abbiamo personaggi come Borghezzio che, commentando la strage di Oslo, è arrivato a dichiarare: «Alcune delle idee espresse da Breivik, al netto della violenza, sono in qualche caso ottime [...] La difesa dell'Europa cristiana è sacrosanta». O, ancora, il giornale di proprietà del Presidente del Consiglio oggi si è scagliato contro le vittime di quell'attentato, definendoli "giovani incapaci di reagire" (e vorrei proprio vedere se in una situazione simile feltri sarebbe in grado di fare il super-eroe giustiziere come sostiene nel suo editoriale).
Una confusione su chi siano le vittime e chi i carnefici che non promette nulla di buono e l'immobilità davanti a problematiche reali del Paese sulla base di ideologie astratte (e, forse, anche qualche paura di perdere i voti di razzisti ed omofobi) non può che esserne la più scontata delle conseguenze (Fonte Gayburg)
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Questo Blog e sdegnato da quanto accade , e siamo solidali con tutte quelle donne e uomini che vivono questa indegnosa situazione.
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Nichi Vendola : un orecchino contro l'omofobia

"Oggi vale la pena pagare il prezzo della propria libertà piuttosto che soffrire due volte" con queste parole Nichi Vendola invita tutti i gay a lottare per quello che sono.
Il coraggio di Nichi Vendola , in questo inizio millennio esplode giustamente la diversità sessuale intesa da quella tradizionalmente imposta nei ultimi 20 secoli , quella eterosessuale io credo che bisogna abbandonare il mentirsi le donne e uomini  da sempre  anno molteplici  orientamenti sessuali , credo che sia il tempo che tutti quanti possono vivere alla luce del sole il loro orientamento naturale , e normale che un uomo e una donna si possano baciare su di una panchina, e normale deve diventare che anche due donne o due uomini possono altrettanto farlo, spazzare via questa ipocrisia dettata dalle religioni dominanti (Cristianesimo, ebraismo,islam che paradossalmente antagoniste sulla supremazia di essere i prescelti sono tutte unite contro l'omofobia).

Eppure nei tempi antichi questa era la normalità , in tutte le grandi civiltà antecedenti all'era cristiana l'orientamento sessuale non costituiva diversità era normalità.
Oggi dobbiamo remare in quella direzione , la libertà delle donne e degli uomini deve anche essere quella sessuale , pena la condanna di donne e uomini che non vivranno una vita serena , non ce nulla di male di coppie composte da due donne o due uomini , il male e stato creato da secoli di cultura cristiana , musulmana che sempre hanno insegnato malamente che l'uomo deve essere attratto inevitabilmente da una donna , quanto di più falso , e nella natura e nessuno potrà mai mutare una innegabile verità .
Non possiamo vivere in questo presente continuando a fingere o a tollerare la realtà , dobbiamo insegnare che la sessualità va vissuta con estrema naturalezza , perché siamo donne e uomini e sta noi insegnare hai nostri figli che questo e naturale e senza paure , perché essi avranno comunque la loro sessualità.
La sessualità che ognuno di noi a non può cambiare , quindi non abbiate paura d'insegnare hai vostri figli la verità. (rivcol)

Nichi Vendola ci mette la faccia. La mette in copertina su "GQ" indossando un orecchino, simbolo dei gay quando essere omosessuale era taciuto, e simbolo degli zingari, ispirandosi ai versi di Federico Garcìa Lorca: “Le forme più trasgressive e spettacolarizzate di esibizione dell’identità gay, normalmente, sfilano un giorno all’anno; le forme più pacchiane e spettacolarizzate di esibizione dell’identità etero, nella sua versione più maschilista e più machista e anche più greve, sfilano anche nei palazzi del potere tutti i giorni dell’anno”.


"Le forme più trasgressive e spettacolarizzate di esibizione dell'identità gay, normalmente, sfilano un giorno all'anno; le forme più pacchiane e spettacolarizzate di esibizione dell'identità etero, nella sua versione più maschilista e più machista e anche più greve, sfilano anche nei palazzi del potere tutti i giorni dell'anno". 

Fonte:Gayburg

















Cronache da basso impero del 27/07/2011

La  crisi  non  va  in  vacanza 
L’ultima settimana di luglio, con molte aziende ferme o in via di chiusura feriale, è di norma un periodo sonnacchioso. Non così quest’anno, con un presidio dei lavoratori Atap davanti alla Provincia attuato giovedì scorso e una mobilitazione unitaria contro la manovra economica del Governo dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil biellesi.
Spi, Fnp e Uilp hanno effettuato volantinaggi e raccolto firme sulle cartoline per il Fondo per le non autosufficienze a partire da lunedì, davanti all’ospedale, per  proseguire nel corso della settimana nei principali mercati sul territorio. I lavoratori Atap chiedono di ridiscutere con la Provincia le modalità dei tagli e i loro effetti sull’occupazione, con l’obiettivo di difendere al meglio un servizio che riguarda i soggetti più deboli del territorio e di trovare procedure che favoriscano il passaggio dal lavoro alla pensione, tutelando i lavoratori più giovani e attivando meccanismi temporanei di solidarietà e di sostegno al reddito.
La protesta dei pensionati intende cambiare i punti più iniqui della manovra che colpiscono anziani e cittadini su più versanti: l’indebolimento del meccanismo di rivalutazione delle pensioni, la riduzione delle  deduzioni fiscali, l’introduzione dei ticket sanitari, i tagli alla spesa locale che comporteranno la riduzione di servizi e prestazioni sociali.
Una miscela micidiale di provvedimenti destinata a ridurre pesantemente il potere d’acquisto delle pensioni e, in generale, delle famiglie a reddito fisso. Fino alla madre di tutte le ingiustizie: l’azzeramento dei fondi a sostegno dei non autosufficienti.
Una manovra, dunque, che scarica su una parte sola della società, sempre la stessa, i costi del risanamento economico. Questo il clima pesante che avvelena la pausa estiva e impegna il sindacato fino  agli ultimi giorni che precedono la pausa feriale.
Una pausa che, a partire dagli ultimi anni, sempre meno persone possono utilizzare per concedersi un viaggio e qualche giornata di vacanza.
L’augurio più sincero e onesto che ci sentiamo di dare in questo frangente ai nostri lettori e a quanti ci seguono è che la parentesi feriale serva, almeno, a ritemprare le forze, in vista di un autunno che sicuramente ci vedrà impegnati a difendere le nostre condizioni di vita e ad organizzarci per un futuro diverso da quello che qualcuno ci sta preparando.
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I RISCHI SUL PASSAGGIO MOBILITA’ PENSIONE
Va tolto il limite numerico sulla deroga della procedura
Negativo il limite numerico sulla deroga Molti rischiano un anno senza mobilità e senza pensione
Sono almeno 30 mila i lavoratori e le lavoratrici a rischio.
La Cgil denuncia infatti la grave situazione di incertezza, di disagio e di completa mancanza di qualsiasi tutela dei lavoratori in mobilità ordinaria e in mobilità lunga che, avendo maturato i requisiti per il diritto alla pensione, hanno presentato la domanda all’Inps con decorrenza 1° luglio, ma non hanno ancora nessuna risposta. Il passaggio dalla mobilità alla pensione doveva avvenire in base alle finestre di ottobre o del prossimo gennaio ma nessun lavoratore, a cui  scade la mobilità in corrispondenza, ha la certezza di poter accedere alla deroga rispetto alla nuova finestra mobile di un anno. Infatti la deroga è riferita a 10.000 lavoratori mentre da un monitoraggio effettuato dall’Inps il numero degli interessati è molto più alto e supera i 40 mila. Di conseguenza, al presente, non è dato sapere se verrà garantito un prolungamento della mobilità di un anno per tutti coloro che ne hanno la necessità. La Cgil, che aveva immediatamente  denunciato  ciò che poteva succedere in base a un provvedimento previsto solo per 10.000 lavoratori, chiede che la deroga venga ora applicata a tutti i soggetti interessati e che nella stessa rientrino anche gli accordi di mobilità stipulati fino  al 31 ottobre 2010.
Tale richiesta è stata avanzata peraltro insieme a tutte le parti sociali nel tavolo sulla crescità e sull’occupazione.
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Neanche il patrimonio artistico si salva dalla manovra 55 milioni di tagli ai beni culturali
Vanno oltre ai 55 milioni di euro i tagli che la manovra prevede per i beni culturali. In un Paese come l’Italia, dove la cultura e il patrimonio artistico rappresentano una  delle  “ricchezze”  più solide e un bene che attrae turismo e interessi internazionali, imporre nuovi tagli significa uccidere  il nostro futuro. Appare ancor più riprovevole che il Governo suggerisca per sopperire ai tagli l’utilizzo del 5 per mille,sottraendolo a quel mondo del volontariato che in questi anni, anziché integrare i servizi e l’assistenza sociale,
ha finito per colmare i vuoti di uno Stato che ha ridotto le sue funzioni sociali ai minimi termini.
In pratica si può e si deve colpire ovunque, pur di non toccare le caste privilegiate, la speculazione, l’evasione fiscale, le attività che navigano tra il sommerso e l’illegale, le tante corporazioni che vivono e prosperano all’ombra di privilegi più che consolidati.
Tutti quei gangli che, evidentemente, rappresentano la parte di società più vincolata alla maggioranza di Governo e ne costituiscono l’area elettorale più fedele.
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E chi non si ricorda il ritornello della premiata ditta Berlusconi & C. “non metteremo le mani nelle tasche degli italiani”?
Ma la colpa è nostra perché siamo tardi di comprendonio. Quello che intendevano fare, in realtà, era di non lasciarci neanche il tempo di infilare il portafoglio in saccoccia. L’ultima manovra di 45 miliardi, lievitata in poche settimane a 70, è un compendio di tutto quanto si può togliere dalle tasche dei cittadini, aumentando le tasse, tagliando prestazioni, bloccando contratti,

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Danno da esposizione e risarcimento  
L’avvocato Sergio Bonetto, che rappresenta oltre 300 delle circa 6 mila parti civili del maxiprocesso Eternit in corso a Torino, ha chiesto un risarcimento per il cosiddetto “danno da esposizione” all’amianto.
Qualora venisse riconosciuto, si tratterebbe di un precedente per l’ordinamento giudiziario nel nostro Paese. Il “danno da esposizione” infatti, è contemplato nell’ordinamento giudiziario di altri Stati, come per esempio la Francia, ma non in Italia.
‘’Si tratta di una cifra ha spiegato Bonetto di 10 mila euro l’anno per ognuno dei miei assistiti, tutti cittadini delle zone di Cavagnolo (Torino) e Casale Monferrato (Alessandria), in cui si trovavano gli stabilimenti piemontesi della Eternit. Il tempo di esposizione si può  quantificare mediamente in 20 anni’’. La richiesta, quindi, è di circa 60 milioni per i soli clienti dell’avvocato Bonetto.
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Cumulo mobilità e lavoro
Con la circolare n. 67/2011 l’Inps ha risolto definitivamente il problema della compatibilità tra indennità di mobilità e lavoro autonomo e parasubordinato, stabilendo per la prima volta la possibilità di cumulo tra indennità di mobilità e lavoro autonomo o parasubordinato.
Il cumulo è possibile entro i limiti di reddito che escludono dall’imposizione fiscale e che consentono la permanenza nelle liste del Centro per l’impiego. Tali  limiti  sono  fissati  in  un tetto massimo di 8.000  euro per il lavoro parasubordinato   e  4.800 euro per il lavoro autonomo.
Nel caso in cui si effettuino entrambe le attività, il limite complessivo da prendere in considerazione sarà quello di 8.000 euro.
I redditi da lavoro autonomo o parasubordinato sono cumulabili con l’indennità di mobilità nella misura stabilita dall’articolo 9 comma 9 della legge 223/91, ovvero fino a concorrenza con la retribuzione spettante al lavoratore al momento in cui lo stesso è stato collocato in lista di mobilità
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Più di 65.000 gli sfratti emessi nel 2010
Sono oltre 65mila gli sfratti emessi nel 2010 e rappresentano il dato più alto degli ultimi 15 anni. Per la Cgil e il Sunia questi numeri rivelano “una emergenza nazionale, un problema che sta diventando esplosivo dal punto di vista sociale”.
Un altro segnale, in un settore sensibile come la casa, di impoverimento dei redditi e della crescita di fasce di popolazione che non riescono a sostenere le spese di pura sussistenza.
Cgil e Sunia hanno deciso di mettere in campo iniziative in tutta Italia per rivendicare lo spostamento della tassazione in alto e  ridare fiato alla spesa sociale, per aiutare i redditi più bassi e lo sviluppo a partire dal rilancio dell’edilizia sociale e dalla riforma del sistema degli affitti.